Ladino: una camminata nella natura e nella storia 

Sarà in programma sabato 14 giugno 2025

Sabato 14 giugno 2025, con ritrovo e partenza alle ore 10:00 dalla Chiesa di San Martino in Ladino, via Ladino 4 (Forlì), Gabriele Zelli condurrà una camminata alla scoperta della storia della zona e delle sue caratteristiche naturalistiche secondo il seguente itinerario: Chiesa di San Martino, fiume Montone, chiusa del Feragano, parco Villa Paulucci, vicinanze bosco di Ladino.
Ai partecipanti sarà consegnata in omaggio copia del libro “Ladino, il bosco e il fiume” di Gabriele Zelli, foto di Fabio Casadei. Nell’occasione sarà possibile acquistare le pubblicazioni più recenti curate dall’autore.
L’iniziativa è promossa dalla locale Parrocchia, dal Comitato di Quartiere Vecchiazzano, Massa, Ladino e dal Comitato Pro Forlì Storico-Artistica. Partecipazione libera. Non è necessario prenotare. La camminata non presenta particolari difficoltà ed è lunga circa 5 chilometri. Si consiglia di calzare scarpe comode e di portare con sé una bottiglietta d’acqua. Per informazioni: Gabriele Zelli: 3493737026.

Inizialmente verrà visitato il luogo di culto che è di particolare pregio architettonico. È stato ricostruito nel 1870 dopo un violento terremoto, ma ha origini antichissime in quanto risale al 1270 l’edificazione di una pieve sui ruderi e con i materiali della rocca che sorgeva nello stesso posto distrutta dai faentini nel 1218. Poi si raggiungerà il vicino fiume Montone e la chiusa del Feragano, realizzata nel Quattrocento, che consente di immettere acqua nel canale dei Romiti, il quale corre lungo la via Firenze fino all’altezza della Chiesa di Santa Maria del Voto. 

Successivamente Gabriele Zelli condurrà i partecipanti all’interno del parco della Villa Paulucci de’ Calboli, della nobile famiglia forlivese la cui presenza è attestata fin dal Trecento, e poi nelle vicinanze dell’antico bosco di Ladino percorrendo l’omonima via, un tratto di strada ghiaiata di oltre un chilometro che corre fra i campi. Di quella che viene ancora chiamata la “siba”, dialettizzando il termine di selva, verranno illustrate le peculiarità botaniche della vasta area di riequilibrio biologico, dove prevalgono le piante di roverelle di altezza media di 15 metri, relitto delle vecchie foreste di querce. Il fitto sottobosco arbustivo è costituito da: olmo campestre, acero campestre, sorbo domestico, robinia, ontano nero, biancospino, prugnolo, ligustro, citiso, rosa canina, erica arborea, viburno, rovo, pungitopo, corniolo, coronilla, sanguinella, berretta da prete (fusaggine), ligustro, sambuco nero. Diffuso anche il sottobosco erbaceo con edera e graminacee. Ai margini del bosco, nei pressi di un laghetto non lontano dal fiume Montone, vi sono i pioppi bianchi monumentali in filare, farnie centenarie e gigantesche roverelle. L’agrosistema circostante, con prevalenza di seminativi e frutteti, è un ambiente di passaggio per numerose specie floro-faunistiche che trovano nel bosco di Ladino luoghi di rifugio, riproduzione e alimentazione. 

Zelli racconterà anche di quando, nella notte fra il 15 e il 16 agosto 1849, nei pressi della chiesa e della selva di Ladino il generale Giuseppe Garibaldi (1807-1882) e il maggiore Giovanni Battista Culiolo (detto Leggero – 1813-1871), in fuga dopo la soppressione della Repubblica Romana e ricercati dai soldati austriaci al servizio del Papa, attraversarono il confine tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana con l’aiuto di alcuni contrabbandieri forlivesi. A questi ultimi si erano rivolti i patrioti di Forlì impegnati nel difficile compito di salvare i due fuggiaschi. L’obbiettivo fu raggiunto nei giorni successivi quando Garibaldi e il suo compagno di fuga raggiunsero Modigliana e da qui, con il fondamentale aiuto di don Giovanni Verità, raggiunsero prima la Liguria e poi la Francia. Negli anni successivi Giuseppe Garibaldi fu uno dei principali protagonisti delle battaglie che portarono nel 1861 all’unità d’Italia.

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