
RAVENNA. Una voce così la si incontra una volta nella vita. Da quando ha fatto conoscere al mondo la sua arte, Vincenzo Capezzuto ha stupito platee di ogni latitudine con la sua incredibile varietà di repertorio.
Dal personaggio di Venere nel Ballo delle ingrate di Monteverdi (ruolo normalmente cantato da un mezzosoprano) ad arie d’opera di Vivaldi e Händel, passando per i Lieder di Schubert, la musica popolare italiana e sudamericana, fino ad approdare alle canzoni di Mina e al blues.
Ravenna Festival ospiterà Vincenzo Capezzuto giovedì 12 giugno alle 21.30 al MAR di Ravenna per una speciale serata dedicata alle canzoni napoletane dell’Ottocento. Accompagnato dal Motus Mandolin Trio – formazione a tre che include tre virtuosi: Michele de Martino al mandolino, Raffaele La Ragione alla mandola e Salvatore Della Vecchia al mandoloncello – il cantante dalla voce “indefinibile” farà rivivere l’atmosfera struggente e sensuale che obbligava i viaggiatori del Grand Tour a inserire Napoli come tappa obbligata.
Il concerto si apre con Napulitanata di Salvatore Di Giacomo e Mario Pasquale Costa, omaggio alla lingua e all’anima della città, mentre lirismo e melodia si fondono nella seguente Era de maggio. Non mancano i brani strumentali, come i due preludi di Carlo Munier, che richiedono espressività e virtuosismo, o i tre brani di Raffaele Calace – Danza Spagnola op.105, Tarantella op.18 e Duo in la minore, gioiello di dialogo cameristico. Ancora Di Giacomo e Costa firmano rispettivamente Oilì oilà e Scetate, che restituiscono ironia e sensualità della vita partenopea. E ancora gli affreschi popolari di ‘A frangesa e ‘O marenariello, la Tarantella rivisitata da Antonello Paliotti e il burlesco e incalzante Lo guarracino, racconto di un pesce innamorato di una sardella e trascinato in un’epica rissa tra creature marine. Tre brani notissimi: I’ te vurria vasà di Eduardo Di Capua, Te voglio bene assaje attribuita al poeta Raffaele Sacco e al compositore Filippo Campanella e ’A vucchella di Francesco Paolo Tosti su testo di Gabriele D’Annunzio, all’incontro tra letteratura e melodia. A chiudere, con ironia e virtuosismo, La danza di Gioachino Rossini, autentica tarantella da salotto.
Artista a tutto tondo, esploratore curioso di generi musicali lontani tra loro, Vincenzo Capezzuto rifugge da qualsiasi categorizzazione vocale; una figura meravigliosamente atipica nel panorama musicale, capace di spaziare dal barocco al repertorio popolare. La serata dedicata alla Napoli del XIX secolo è un omaggio alla stessa Napoli, dove Capezzuto è emerso prima di tutto come danzatore, diventando primo ballerino del San Carlo. La carriera di cantante di Capezzuto comprende collaborazioni come solista dell’ensemble L’Arpeggiata diretto da Christina Pluhar, con il quale ha realizzato sette album per Warner Classics/Erato. Accanto a Cecilia Bartoli, coinvolta come artista ospite del progetto, Capezzuto ha ricoperto anche il ruolo di cantante principale nell’album “Gondola” con l’ensemble Il Pomo d’Oro, cd dedicato ad arie da battello veneziane del 18° secolo. È stato invitato da Capella Cracoviensis per la produzione de Il ballo delle ingrate di Monteverdi (nel ruolo di Venere) e per The Fairy Queen di Henry Purcell.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org