Concessioni balneari, l’incertezza blocca gli investimenti

La questione delle concessioni balneari continua a essere una delle partite più delicate e irrisolte per i territori costieri, con ricadute dirette su Comuni, imprese e associazioni di categoria. Dopo la storica direttiva europea “Bolkestein” e anni di sentenze, atti e ricorsi, la legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2021 aveva fissato principi e criteri uniformi per le procedure ad evidenza pubblica, demandando al Governo l’adozione dei decreti attuativi e stabilendo il termine del 31 dicembre 2023. A oggi, però, quei decreti non sono stati approvati. Al contrario, con il Decreto-legge 131/2024 l’esecutivo ha scelto un’ulteriore proroga generalizzata: i Comuni dovranno completare le gare entro il 30 giugno 2027.

Con l’ultima decisione il governo ha nascosto la polvere sotto al tappeto. Un colpo di spugna che permette all’esecutivo di far slittare la decisione a dopo che ci saranno state le elezioni nazionali. Ma è un problema per il settore turistico. Il comparto della balneazione sta perdendo competitività perché da quando c’è incertezza sulle concessioni gli operatori hanno smesso di investire. 

“L’ennesimo rinvio – sottolineano le consigliere regionali romagnole Francesca Lucchi e Alice Parma – prolunga l’incertezza e lascia territori e operatori senza strumenti chiari per programmare il futuro”.

Un nodo ancora più critico riguarda il decreto sugli indennizzi ai concessionari uscenti sul quale sia il Consiglio di Stato, con una propria analisi tecnica, sia la Commissione europea, con una lettera ufficiale del 7 luglio 2025, hanno sollevato forti rilievi, mettendo in discussione l’impianto e riportando il Paese in una condizione di incertezza giuridica che potrebbe tradursi in un contenzioso senza fine.

Nel frattempo, i Comuni – privi di regole chiare e coordinate – rischiano di predisporre bandi diversi da territorio a territorio, con possibili disparità di trattamento per i concessionari e gravi ricadute su un settore che rappresenta un’eccellenza dell’economia emiliano-romagnola.

“La Regione Emilia-Romagna – spiegano Lucchi e Parma – ha già avviato un lavoro di confronto con Comuni, sindacati e associazioni di categoria per presentare al Governo proposte concrete e migliorative, capaci di tutelare le imprese locali e dare stabilità al settore. Ma serve un impegno immediato e coerente da parte del Governo Meloni. Non è accettabile che, per l’ennesimo Ferragosto, la paralisi normativa venga scaricata su chi lavora, investe e garantisce servizi fondamentali per la nostra attrattività turistica”.

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