Parma, la piccola Parigi

C’è chi la definisce una piccola Parigi. Forse è pò troppo, ma Parma merita di essere visitata. E’ bella, pulita e vissuta. Soprattutto dai giovani. E non solo perché è una città universitaria. Il riferimento è soprattutto al centro, piccolo gioiello caratterizzato da case dai toni caldi come il giallo, terra e senape. Ma soprattutto sprizza cultura da tutti pori. Basta ricordare che ci sono dodici teatri. Il più famoso è il Regio realizzato dalla duchessa Maria Luisa d’Austria. E’ definito uno dei più bei teatri d’Europa. Ha 1.400 posti e un’acustica straordinaria. 

Ma anche il Farnese merita una citazione. E’ nell’ imponente Palazzo della Pilotta, complesso monumentale voluto da Ottavio Farnese che ospita anche il Museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale e il Museo Bodoniano.

  

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Una tappa forzata però è il Duomo. E’ in una delle piazze più belle d’Italia. Nonostante sia poco luminoso è bellissimo. E’ considerato un meraviglioso esempio di architettura romanica lombarda e conserva opere rinascimentali di grande valore, a partire dalla cupola affrescata dal Correggio. Accanto al Duomo svetta il Battistero, altro luogo simbolo, rivestito interamente in marmo rosa e impreziosito da dipinti e affreschi.

Parma è ricca di storia. Il ducato nacque per creare uno stato cuscinetto tra il potere spagnolo in Lombardia e lo stato della Chiesa. Il Papa assegnò il Ducato (comprendeva anche Piacenza) alla famiglia Farnese che la resero una  grande capitale, ricca di arte e meravigliosi monumenti. Poi passò nelle mani dei Borbone e, quindi, di Maria Luisa d’Austria che si attorniò di ministri di origine straniera. 

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C’è poi l’enogastronomia. Il territorio è l’epicentro della Food Valley italiana ed è una di quelli con il maggior numero di prodotti tipici tutelati da marchi di qualità: Prosciutto di Parma Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Culatello di Zibello Dop, Fungo di Borgotaro Igp, Coppa di Parma Igp, i vini Colli di Parma Doc.

L’enogastronomia del resto è un vero e proprio credo. Non a caso nel territorio ci sono nove musei del cibo: parmigiano, prosciutto, culatello, salame felino, pomodoro, pasta, vino, porcino di Borgotaro, tartufo di Fragno.

Prosciutto, culatello e parmigiano sono i prodotti imperdibili nel corso di una visita. Ma non bisogna perdere neppure gli anolini in brodo, i tortelli d’erbetta, la torta fritta con i salumi, la bomba di riso, la rosa di Parma (secondo di carne raffinato), l’erbazzone e la spalla cotta di San Secondo (salame cotto che si serve tiepido).

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