
LUGO. Enrico Rava e Stefano Bollani: la coppia più bella del jazz? Certo il titolo calza a pennello per introdurre una delle frequentazioni artistiche più sorprendenti del jazz italiano contemporaneo, quest’anno in scena per Ravenna Festival al Pavaglione di Lugo sabato 21 giugno, alle 21.30.
Il loro fortunato sodalizio è iniziato alla fine degli anni Novanta – si può ben dire che sia stato lo stesso Rava a scoprire quel fuoriclasse di Bollani – ed è continuato per oltre dieci anni, tra incisioni e concerti che hanno assicurato loro fama internazionale. Il dialogo trae la propria linfa vitale da fonti diverse, dagli standard del jazz ovviamente, ma anche dalla musica brasiliana, dalla canzone italiana e da brani originali, in un gioco continuo di suggestioni e rimandi. L’intesa e la creatività del momento fanno il resto. Lo spettacolo è reso possibile dal sostegno di Edilpiù. Domenica 22 giugno, il trittico di appuntamenti al Pavaglione si corona con il concerto di Malika Ayane, per la prima volta in “versione sinfonica” grazie alla complicità dell’Orchestra La Corelli.
Nel panorama del jazz italiano, poche collaborazioni hanno avuto la forza evocativa, la longevità e la profondità artistica di quella tra il trombettista Enrico Rava e il pianista Stefano Bollani. Due personalità musicali apparentemente distanti per generazione, temperamento e stile, ma legate da un’affinità rara, quasi telepatica, che ha saputo generare alcuni tra i più intensi momenti del jazz europeo degli ultimi decenni. Rava ha più volte dichiarato di considerare Bollani uno dei suoi partner ideali, non solo per la tecnica eccezionale, ma per la capacità di sorprendere, di reinventare ogni volta il materiale musicale. Bollani, dal canto suo, ha spesso espresso una profonda gratitudine nei confronti di Rava, considerandolo un maestro che gli ha insegnato non tanto la musica in sé, quanto il modo di viverla, con curiosità, libertà e passione. La loro collaborazione affonda quindi le radici in un incontro umano quanto musicale.
Il loro primo progetto discografico importante è Tati (ECM, 2005), registrato in trio con Paul Motian alla batteria. L’album è un piccolo capolavoro di sottrazione, eleganza e ascolto reciproco. Qui, Bollani mette da parte la sua proverbiale verve pirotecnica per lasciare spazio a un pianismo rarefatto, quasi sospeso, in perfetta sintonia con la poetica introspettiva di Rava. Brani originali si alternano a riletture di standard, ma ciò che colpisce è soprattutto la qualità della comunicazione tra i due: ogni nota sembra nascere da uno sguardo, da un respiro condiviso. Il sodalizio si rafforza con The Third Man (2007), sempre per ECM, un disco in duo che evidenzia ancora di più la centralità della relazione umana e musicale tra Rava e Bollani. Senza alcuna sezione ritmica a sostegno, i due si muovono attraverso territori cangianti, tra lirismo malinconico, improvvisazione libera e sprazzi di ironia; tra rigore e gioco.
Una delle caratteristiche più affascinanti del duo è proprio la leggerezza intellettuale, la capacità di esplorare il repertorio jazz e non solo con spirito ludico ma mai superficiale. In concerto, il duo Rava-Bollani è spesso capace di passare da un brano di Gershwin a un tango di Piazzolla, da un’improvvisazione astratta a una canzone napoletana, senza soluzione di continuità. È come se la musica diventasse un flusso ininterrotto, una narrazione aperta, in cui ogni riferimento è possibile, a patto che sia autentico. Ed entrambi amano giocare con la musica, con le aspettative del pubblico, con le citazioni colte e i riferimenti popolari; la loro proposta mantiene viva una componente teatrale, quasi cabarettistica, che rende ogni esibizione un evento unico, coinvolgente, imprevedibile.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org