Destinazione sottosuolo: storia di mezzadria, miniere e resistenza 

Il libro di Paola Bezzi verrà presentato all’Auser e prossimamente all’Università della città di Dudelange in Lussemburgo 

Mercoledì 10 dicembre 2025, alle ore 15.00, nella Sala ex Consiglio provinciale, piazza Morgagni 9, Forlì, Paola Bezzi presenterà il libro “Destinazione sottosuolo. Storia di Adele e Primo Pasini: dalla mezzadria poderale alle solfatare cesenati, dalle miniere del Lussemburgo alle gallerie dei lager di Mauthausen”. L’intervento dell’autrice sarà preceduto da una introduzione di Gabriele Zelli, prefatore del volume insieme a Mauro Mariani, per ricordare che il territorio romagnolo è stato fortemente interessato dall’estrazione dello zolfo in un’area che si estendeva trasversalmente fra le valli del Rabbi, del Bidente e del Savio. Le miniere sorte in periodi diversi sono state quelle di Predappio nella valle del Rabbi, di Valdinoce, Polenta e Valdimauro nella valle del Bidente, di Boratella e Formignano nella valle del Savio. L’insediamento più importante, quello di Formignano presso Borello di Cesena, raggiunse nel corso del tempo risultati di assoluto rilievo. 

Il libro “Destinazione sottosuolo” sta riscuotendo molta attenzione tanto che l’autrice Paola Bezzi è stata chiamata a presentarlo anche presso l’Università della città di Dudelange in Lussemburgo.
I protagonisti dell’arte singolare vicenda storica narrata nel volume sono: una bambina di pochi anni che fu costretta a lasciare la casa della pianura forlivese in cui era nata; un padre che, dopo il servizio militare, decise di abbandonare le consuetudini mezzadrili; un figlio che decise di lottare contro l’oppressione totalitaria nazifascista.
La terra in cui la piccola Adele giunse era il mondo sconosciuto delle miniere cesenati di zolfo, nel periodo in cui l’Italia deteneva il primato mondiale nell’estrazione del colorato metalloide.
La bambina crebbe tra campi riarsi dalle esalazioni polverose e gente prosciugata dalla fame, dalle fatiche e dalle fiammate; diventata donna, sposò Primo, un coraggioso minatore che, ricalcando le orme di altri cesenati, migrò in Lussemburgo, per lavorare nelle miniere di ferro. Il loro quartogenito, Andrea, nato a Esch sur Alzette, si distinse per l’intensa attività antinazista e, per questo suo impegno, fu arrestato dalla Gestapo e deportato in vari lager. A Mauthausen fu infine impiegato per scavare chilometri di gallerie nelle locali colline di granito, dove venivano assemblati gli aerei da guerra tedeschi: destinazione sottosuolo quella della famiglia di Adele Garavini e di Primo Pasini.
Partendo da una casa della “larga” di Casemurate di Forlì, la bambina diventò madre di un figlio, Andrea, morto di consunzione qualche giorno dopo la liberazione del lager, esattamente 80 anni fa, il 12 maggio 1945. Per questo Andrea Pasini fu decorato con l’Ordine della Resistenza del Lussemburgo e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggio laico.
L’autrice Paola Bezzi ha studiato fonti e documenti negli Archivi di Stato di Forlì, di Cesena, di Roma e negli Archivi diocesani di Ravenna e di Cesena per ripercorrere le vite dei protagonisti in terra romagnola e, grazie al Centre de Documentation sur les Migrations humaines (CDMH) di Dudelange e alla professoressa Maria Luisa Caldognetto, che la ospiteranno nel mese di gennaio per commemorare la figura del sindaco di origini bellunesi Luigi Rech, ha completato la straordinaria epopea di questa coraggiosa famiglia italo-lussemburghese.  

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