
RAVENNA. Se la bandiera italiana è tornata a sventolare dopo più di 60 anni sul podio del Concorso Chopin di Varsavia, l’Everest delle competizioni pianistiche, il merito è di Alexander Gadjiev, classificatosi secondo all’ultima manifestazione del 2021.
L’ultimo italiano a medaglia (in quel caso d’oro) era stato Maurizio Pollini nel 1960. Gadjiev, classe 1994, è il protagonista del recital pianistico di Ravenna Festival in programma venerdì 20 giugno alle 21.30 negli Antichi Chiostri Francescani di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, un angolo di bellezza e silenzio in pieno centro storico a Ravenna, un luogo che ha un valore simbolico e morale, prima ancora che architettonico e artistico, perché ricorda la permanenza di Dante Alighieri nella città. Il programma tocca le pagine più incandescenti e tecnicamente probanti della letteratura pianistica tra Otto e Novecento: una selezione di cinque preludi dal Secondo Libro di Claude Debussy (1911-12), la Suite “All’aria aperta” di Béla Bartók (1926) e i leggendari “Quadri di un’esposizione” di Modest Musorgskij, la “passeggiata” musicale più avvincente e immaginifica realizzata nella storia della musica.
“Szabadban”, il titolo originale della Suite-capolavoro di Bartók, è traducibile dall’ungherese con l’espressione “in libertà”. E in effetti il senso di liberazione che il compositore trasmette alla tastiera ha qualcosa di rivoluzionario, pensando a quei ritmi ossessivi che trasformano il pianoforte in uno strumento quasi percussivo. Debussy, come Bartók, concede titoli evocativi ma anche ampie zone di mistero: in “Brouillards” sonorità opache e armonicamente ambigue ci fanno annaspare nella nebbia; sulla “Terrasse des audiences du claire de lune” percepiamo il tumulto amoroso delle notti tiepide e delle loro voluttuose emozioni; ma lo stato solido è solo apparente, come ci ricorda “Ondine”, con il suo canto acquatico, ora beffardo ora fascinoso. Sono immagini che la tastiera sprigiona sull’onda delle grandi rivoluzioni musicali del XX secolo. Ma un pioniere come Modest Musorgskij, già nel 1874, era riuscito a trasferire sul pianoforte il potere delle immagini, “sonorizzando” i quadri dell’amico pittore Victor Hartmann, morto l’anno precedente. Dieci istantanee di vita e di morte che alla fine conducono alla grande Porta di Kiev. L’entrata in un grande avvenire di speranza.
Esperienza musicale e cultura mitteleuropea: Alexander Gadjiev lo deve da un lato alla sua famiglia, in cui entrambi i genitori sono insegnanti di pianoforte e musicisti, e dall’altro alla sua città natale, Gorizia, crocevia naturale di popoli e culture. Entrambi i fattori hanno influito in modo decisivo sulla sua naturale capacità di elaborare stili e linguaggi musicali diversi e di parlare cinque lingue: italiano, sloveno, inglese, tedesco e russo. Nel 2022 ha vinto il premio Abbiati della critica italiana come miglior solista dell’anno. Nel febbraio 2023 ha ricevuto dal Presidente della Slovenia il Premio Prešeren, il più alto riconoscimento per gli artisti in Slovenia. Tra i numerosi premi, Gadjiev ha vinto il 1° premio al Concorso pianistico internazionale di Sydney nel 2021 e il 2° premio assoluto e il Premio speciale “Krystian Zimerman” per la sua interpretazione di una sonata di Chopin al Concorso internazionale Chopin di Varsavia.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org